Lipidi, impariamo a conoscerli

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Sono diversi i nutrienti che ogni giorno assumiamo senza renderci conto del loro ruolo per la salute (e dei pericoli a cui si può andare incontro se si eccede). Tra questi, rientrano i lipidi. Cosa sono di preciso? Quante tipologie ne esistono? Scopriamolo nelle prossime righe di questo articolo.

Cosa sono i lipidi?

Come ricordato sul sito regogoo.com, i lipidi sono molecole idrofobe o con peculiarità anfifiliche. Quando li si nomina, è necessario rammentare la possibilità di classificarli in diverse categorie. Scopriamo quali nelle prossime righe.

Lipidi o grassi: la classificazione

Quando si parla di lipidi, è necessario citare innanzitutto gli acidi grassi. Sotto questo cappello è possibile includere le seguenti tipologie di nutrienti:

  • Acidi grassi saturi: questa tipologia di lipidi costituisce un’importante fonte di energia per il nostro organismo. Per quanto riguarda gli alimenti che li contengono, un doveroso cenno deve essere dedicato ai latticini, ma anche alla carne e agli insaccati. Gli acidi grassi saturi sono presenti anche in condimenti come l’olio di cocco o l’olio di palma. Caratterizzati da una notevole stabilità a livello chimico, devono essere assunti senza dimenticare la moderazione. Come mai? Il motivo è molto semplice: gli acidi grassi saturi comportano un aumento del colesterolo LDL che, quando si ossida, comporta un aumento del rischio cardiovascolare.
  • Acidi grassi monoinsaturi: sotto a questo cappello è possibile includere nutrienti come i grassi omega-9. Presenti in alimenti come l’olio d’oliva, caposaldo della cultura mediterranea, gli acidi grassi monoinsaturi si possono trovare anche nell’avocado e rappresentano degli alleati favorevoli al mantenimento di livelli stabili di colesterolo.
  • Acidi grassi polinsaturi: quando si parla di questa tipologia di lipidi, si inquadrano degli acidi grassi contraddistinti dalla presenza di diversi legami chimici doppi. Una cosa molto importante da sottolineare riguarda il fatto che, quando li si chiama in causa, si inquadrano due tipologie di nutrienti che vengono sintetizzati normalmente dal nostro organismo. Il processo in questione avviene a partire da due specifici precursori, ossia l’acido linoleico, che può essere definito il nutriente da cui originano i grassi omega-6, e l’acido alfa-linoleico che, invece, è il precursore dei grassi omega-3. Quando si chiamano in causa le ultime due tipologie di grassi citati, si chiamano in causa nutrienti noti come acidi grassi essenziali. L’aggettivo in questione indica il fatto che il nostro organismo non è in grado di sintetizzarli in maniera autonoma e, per questo, bisogna fare riferimento al cibo.

Degno di nota è anche il focus sugli acidi grassi trans, presenti nei dolci di produzione industriale – giusto per citare una delle tante fonti  – e ottenuti, come è chiaro dal nome, a partire dall’idrogenazione, una reazione chimica che comporta l’aggiunto di atomi di diidrogeno agli acidi grassi insaturi.

A cosa servono i grassi?

I lipidi – o grassi – sono spesso demonizzati a torto. Quando li si nomina, si chiamano in causa delle funzioni fondamentali per la salute. Tra queste, rientra la riserva energetica. Proseguendo con l’elenco delle funzioni dei lipidi, non si può non soffermarsi sulla loro funzione costituente della membrana cellulare.

I lipidi, inoltre, compongono le guaine che proteggono i tessuti nervosi. Assumere grassi è essenziale anche ai fini dell’ottimizzazione della coagulazione del sangue. Essenziali per isolare termicamente il nostro organismo, possono avere anche funzioni antiossidanti.

In quest’ultimo caso è doveroso citare gli omega-3, che aiutano per esempio a tenere sotto controllo i radicali liberi e a proteggere il colesterolo dai processi ossidativi. Come sopra ricordato, nel momento in cui le reazioni succitate coinvolgono il colesterolo LDL, si ha a che fare con un aumento notevole del rischio di avere a che fare con patologie cardiovascolari.