Sindrome da carboidrati o craving: una vera dipendenza

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I carboidrati influenzano la produzione dei neurotrasmettitori che hanno la capacità Di regolare l’umore perché Attivano le stesse aree cerebrali coinvolte nella dipendenza da sostanze d’abuso. Quali I pericoli? Come disintossicarsi?

Ogni sera giri per casa aprendo continuamente la dispensa della cucina alla ricerca ossessiva di un biscotto?

Non trovi pace finché il tiramisù che hai conservato per il giorno dopo nel frigo non è bello che finito?

Durante un film sul divano ti fai fuori una scatola intera di cereali per la colazione? Ogni volta che hai davanti un piatto di spaghetti ti sembra di essere Totò nel film Miseria e nobiltà.

Se ti rivedi in questi atteggiamenti forse anche in te sta nascendo la cosiddetta “sindrome da carboidrati”, o “craving”, una vera e propria dipendenza.

E sei decisamente in buona compagnia dato che può essere definita come una problematica comunissima!

Capire come mai dentro di noi si inneschi questo desiderio irrefrenabile di addentare qualsiasi cosa contenga zuccheri è abbastanza complesso.

I meccanismi che regolano la fame, infatti, possono essere molteplici: parliamo di bisogni fisiologici (mangiamo perché dobbiamo nutrirci) ma anche psicologici (mangiamo per sentirci appagati).

Spesso capita che quest’ultimo aspetto prevalga sul primo: quante volte ci capita di mangiare nonostante fisicamente non ne sentiamo la necessità ma lo facciamo solo per rispondere ad un bisogno emotivo che non può essere disatteso?

Perché proprio i carboidrati?

La risposta potrebbe sembrare banale: i carboidrati hanno un potere saziante molto elevato!

Ma vi è un altro aspetto ancora più importante , ovvero il legame strettissimo tra zucchero e cervello.

Sappiamo che il cibo ed in particolare i carboidrati influenzano la produzione dei neurotrasmettitori quali serotonina e beta-endorfine, che hanno la capacità di regolare l’umore in quanto vanno ad attivare le stesse aree cerebrali coinvolte nella dipendenza da sostanze d’abuso.

Possiamo definirli dei veri e propri analgesici naturali al pari della morfina senza per?? avere gli effetti collaterali di quest’ultima. Ogni volta infatti che assumiamo un alimento glucidico il corpo reagisce con maggiore produzione di serotonina i cui effetti rilassanti e antidepressivi sono evidenti . Non per niente nei periodo in cui siamo già di morale la ricerca di dolci è più frequente!

Tale dipendenza è tanto più marcata quanto più vengono consumati cibi ad alto indice glicemico.

Perché questo?

Semplice: un consumo elevato di zuccheri porta ad una produzione maggiore di insulina il cui effetto ipoglicemizzante innesca un bisogno ulteriore di carboidrati per avere l’effetto “euforico” precedente, un’iniezione rivitalizzante di serotonina, una vera e propria droga insomma!

Altro aspetto da non sottovalutare è lo stress. Più siamo stressati, più i livelli di cortisolo aumentano, più l’insulina è stimolata con conseguente abbassamento della glicemia e bisogno di stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue.

Non è azzardato parlare di sistema di “auto guarigione” che mettiamo in atto per tirare su il morale, una sorta di “comfort food“.

Quali sono i pericoli?

Oltre ad una dipendenza mentale un eccesso di carboidrati può causare danni importanti al nostro fisico.

Alti livelli di zuccheri, infatti, possono provocare l’insorgenza della cosiddetta sindrome metabolica, una condizione fisica ad alto rischio per malattie come diabete, problemi cardiovascolari e steatosi epatica.

Uno dei fattori di rischio predisponenti è sicuramente il sovrappeso, il quale può essere strettamente correlato ad insulino resistenza, ipertensione, ipercolesterolemia.

Quali strategie adottare

Per fortuna il nostro corpo è una macchina intelligente e conosce altri modi per far si che vengano prodotte le endorfina.

Il più immediato, quello che da subito ci mette di buon umore, è l’esercizio fisico.

L’attività fisica infatti, anche blanda, da una scarica di adrenalina che rivitalizza anima e corpo, ci fa sentire più energici e soprattutto riduce il desiderio di carboidrati creando una distrazione positiva per la nostra mente.

Il movimento dovrebbe essere considerato alla stregua di un farmaco perché non solo è preventivo di talune patologie ma in alcuni casi è addirittura curativo!

Solo chi pratica quotidianamente sport o in palestra o all’aperto può capire cosa significhi godere dell’effetto positivo delle endorfine!

Anche la meditazione, lo yoga, il Tai Chi, fare sesso sono tutte attività che aiutano il cervello a disintossicarsi dai carboidrati

Dal punto di vista alimentare possiamo sicuramente modificare le nostre abitudini preferendo cibi a basso indice glicemico, sostituendo le farine lavorate con quelle integrali, molto più sazianti e che tendono a rilasciare più lentamente energia e zuccheri a livello ematico.

Evitare prodotti industriali.

No agli snack o ai junk food, si a frutta fresca e secca.

Quindi la prossima volta che andiamo al supermercato facciamo una spesa intelligente senza passare dal reparto dolciumi e riempiendo il carrello di cibi salutari per non avere tentazioni quando siamo a casa.

Il processo di disintossicazione, come avviene per qualsiasi droga, non è per nulla semplice e va portato avanti seguendo un protocollo che preveda la “privazione” graduale degli zuccheri nocivi senza farlo in modo estremo per non inciampare in “ricadute” pericolose.

Aumentare il consumo di proteine nobili, utilizzare tisane rilassanti a base di passiflora e valeriana, integrare con melatonina, glutammina, cromo picolinato potrebbe essere di grande aiuto in questa fase.