Antibiotici in grado di rallentare l’Alzheimer: test in laboratorio

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Un mix di antibiotici in grado di rallentare l’Alzheimer. Questo è quanto emerso da un esperimento condotto sui topi, che erano sottoposti alla cura di alcuni batteri intestinali. La cosa peculiare è che il rallentamento della malattia sia arrivato solo nei topi maschi.

La nuova ricerca

Una nuova ricerca sui topi suggerisce che gli antibiotici possono ridurre i sintomi del morbo di Alzheimer colpendo i batteri dell’intestino. Lo studio, condotto presso l’Università di Chicago, IL, ha dimostrato come l’uso di antibiotici a lungo termine potrebbe ridurre l’ infiammazione e rallentare la crescita delle placche amiloidi nei topi maschi.

Le placche amiloidi sono una caratteristica specifica della malattia di Alzheimer. Si formano quando una particolare proteina all’interno dei neuroni del cervello si accumula e si aggrega. Queste placche amiloidi interrompono la funzione delle cellule cerebrali e portano ai sintomi dell’Alzheimer.

Cos’è l’Alzheimer

L’Alzheimer è una malattia che peggiora progressivamente nel tempo. La maggior parte delle persone che sviluppano questa malattia vive con problemi di memoria all’inizio, che possono manifestarsi in molti modi.

Si tratta di un tipo di perdita di memoria, che può interferire con la vita quotidiana. Con il progredire della malattia, le persone affette da Alzheimer potrebbero ripetere le domande o perdere facilmente. Potrebbero anche avere problemi di vita di tutti i giorni. Ad esempio potrebbe non riuscire a gestire i soldi e pagare le bollette. O anche avere difficoltà a completare le attività di routine a casa o al lavoro.

Inoltre, la malattia potrebbe compromettere il loro giudizio, e alcuni potrebbero sperimentare cambiamenti dell’umore o del comportamento.

La scoperta può valere sui pazienti umani

Non esiste attualmente una cura per il morbo di Alzheimer. Tuttavia ci sono alcuni trattamenti disponibili per aiutare le persone a gestire i sintomi e altri che rallentano la progressione della malattia.

In tal verso infatti, la ricerca è in corso per trovare una cura o un trattamento che fermi il progresso della malattia. Il nuovo esperimento sui topi promette bene, e sicuramente avrà dei seguiti.

Ovvio è che questo particolare studio, pur essendo promettente, rappresenta ancora un aspetto teorico. Infatti, gli scienziati devono fare ulteriori ricerche per scoprire quali benefici potrebbero conferire agli esseri umani

Gli esperti dicono “Il nostro studio mostra che le perturbazioni mediate da antibiotici del microbioma intestinale hanno influenze selettive, specifiche del sesso sulla formazione della placca amiloide e l’attività microgliale nel cervello. Vogliamo ora indagare se questi risultati possono essere attribuiti a cambiamenti in ogni particolare tipo di batteri “.